Tutto è cominciato quando la ragazza, che chiameremo Rey, scrisse un messaggio di disperazione all’altrettanto disperato ragazzo che chiameremo Shinji. Studio, libertà, ribellione, vita. Non si parla di Dio. Sono solo minimi sistemi. Che è un modo carino per definire le cazzate, tutto qui.

Shinji: “Troppo nervoso. Troppa pressione. Darei testate a muro fino a svenire, ma almeno mi rilasserei. Ma non ti fare prendere dall’ansia per le mie parole! Se vuoi parlare, io sono qui.”

Rey: “…”

S: “Odio questo stato d’essere”

R: “Anche io. Per questo andrò a bucarmi la lingua”

S: “Un piercing? Cito una frase che si adatta alla situazione: se cerchi una mano d’aiuto, guarda alla fine delle tue braccia.”

R: “Bella questa. Di chi è? Comunque è vera.”

S: “Del biscotto del malumore (che è un’applicazione cazzona di Feisbucmmerda). Ed è verissima. Io mi vorrei fare quel fottuto piercing sotto il labbro…”

R: “I tuoi ti hanno minacciato di morte? Se ti può consolare, se mio padre mi vedesse con il piercing sulla lingua non mi parlerebbe per il resto della vita.”

S: “Non mi consola affatto, ma va bene lo stesso. Ci devo pensare. Odio spuntare con il piercing già fatto. Valuterò dopo giorno 16, fine sessione d’esami. Se mi rompo ci vado e me lo faccio, e vaffanculo a tutti.”

R: “Fai bene, cazzo. Il corpo è tuo, puoi farne ciò che vuoi. In fondo, l’abbiamo scelto noi di nascere? Eppure eccoci qua, trascinati e buttati in un mondo che fa schifo. Ormai siamo qui, almeno lasciateci giocare.”

S: “Sei saggia (o avrà voluto dire “stupida”? ndA). Vorrei essere deciso come te. E dire che quest’anno avevo deciso di dedicarlo al *faccio quello che voglio*…”

R: “Tu sei libero di fare ciò che vuoi, finché la tua libertà non lede quella di qualcun altro. Nella mia Utopia non esiste altra legge se non il rispetto reciproco.”

S: “Che è decisamente il mio pensiero. Fate tutto quello che vi pare, basta che non disturbate gli altri.”

R: “Si, detto papale papale. Se io mi faccio uno schifoso piercing alla lingua, non ledo la libertà di nessuno. Se io faccio casino in biblioteca impedisco agli altri di studiare. Ledo la loro libertà di studiare. E mille altri esempi. Capisci cosa intendo? L’unica cosa è che adesso devi rendere conto di quello che fai alle persone che ti mantengono. (Nel mio caso, ho avuto buoni genitori e sono loro grata, ci tengo a precisarlo). Tuttavia, non vedo l’ora di avere uno stipendio mio, per fare il cazzo che mi pare di me e della mia fottuta vita.”

S: “Concordo con ogni fottuta parola che hai scritto.”

R: “…”

R: “Che hai mangiato stasera?”